Sembra che ci volesse una quarantena perchè io tornassi a scrivere in italiano. Forse sì. Spero farlo più spesso in avanti e non aver di aspettare alla prossima emergenza sanitaria. Ecco una piccola storia scritta prima in catalano, poi in spagnolo e che finalmente ho scritto in italiano e che, grazie all'aiuto della mia professoressa Lidia Moriondo (a chi sono gratissima), potete leggere senza perdere gli occhi nel tentativo.
Se vi piace, potete condividerla.
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Foto dal sito www.dieta-personal.blogspot.com |
NÉ CARNE NÉ PESCE
Suona la sveglia, le sei
e mezza. Sebbene i bimbi non abbiano scuola da parecchie settimane, tu e tuo
marito vi alzate alla stessa ora. Ne approfittate per pulire bene le maniglie
di porte e finestre e tutto quello che toccate spesso con le mani. Mentre lui
finisce, tu fai la doccia. Oggi tocca a te. Esci da casa vestita con tutto
quello che è obbligatorio: tuta di protezione biologica, casco integrale con maschera,
guanti e scarponi. Prendi il carrello per la spesa e, soprattutto, l’umbrello
per difenderti.
Arrivi all’ingresso del supermercato. Sono le otto meno
un quarto e c’è già una dozzina di persone prima di te. Sì, sembra che oggi tu
possa farcela a comprare un po’ di carne o di pesce. Pollo, coniglio... se ci
fosse, mangeresti anche un cane. È più d’un mese che mangiate la pasta e delle
sardine in conserva. Pasta con la passata in tetrapak e le salsicce di
Frankfurt che, lo sai, di carne ne hanno niente. E poi sardine, tante sardine.
È quello che tuo marito è riuscito ad acquistare all’inizio del confinamento ed
è ancora rimasto nella vostra dispensa. I bimbi sono esaspirati. E anche tu.
Bisogna essere veloci e conoscere bene il supermercato
per andare direttamente nella zona dove c’è quello che serve. Un po’ alla volta
arriva più gente. Fra i gruppi, la gente mormora che il Governo sta pensando ad
organizzare tutto tramite carte di razionamento. Magari sarebbe una soluzione,
così ci sarabbe un po’ di tutto per tutti. Alle nove meno un quarto c’è talmente
tanta gente in attesa che la situazione esce fuori controllo e non esiste più la
coda. Sai quello che succederà. Prevarrà la legge del più forte. Oppure quella
del più furbo. Alle nove tutti si innervosiscono. Nessuno apre le porte.
Improvvisamente si sente un clic e poi il rumore degli altoparlanti che si
connettano:
—Buongiorno, Vi parla il responsabile
del punto vendita. Il camion frigorifero non è arrivato. Ci avvisano dall’azienda
di trasporti che, prima di arrivare qui, l’hanno fermato e li hanno rubato
tutta la merce.
Le urla della gente fanno paura. C’è chi comincia a
colpire i vetri delle porte con tanta rabbia. Fino a romperli. Un’onda di gente
invade l’hall del negozio. Non sai se lasciarti trascinare all’interno. Volevi
carne o pesce, tu hai ancora in cantina abbastanza pasta, passata di pomodoro e
sardine per entrare e prendere qualsiasi cosa. In quel momento vedi una signora
anziana che si apre il passo a bastonate. La riconosci: è la tua vicina, la
dolcissima signora Maria.
—Ma dove va,
signora Maria? —le chiedi afferrandola per una manica.
—A prendere
qualsiasi cosa, cara —risponde liberandosi da te—, per poi venderlo su Wallafood.
Dopo lo
sbigottimento di qualche decimo di secondo, reagisci e anche tu entri nel
supermercato. Litighi con la gente, senza scrupoli calpesti, spingi e usi l’ombrello
come una frusta. Riesci a prendere poche cose, ma esci contenta. Senza carne né
pesce, ma contenta.
Arrivi a casa. Tuo
marito ti bacia e ti abbraccia.
—Accidenti, amore,
mi ero preoccupato! Sei stata via tanto tempo e pensavo che, magari, ti avessero
rubato i soldi o la spesa.
—Lo so, è la
guerra! —gli dici sbuffando.
—Mamma —i tuoi
figli si avvicinano per il corridoio—, ci hai portato il pollo?
—No, ma guardate,
ho comprato del riso —dici tirando fuori dal carrello un pacco.
—Evviva! —festeggiano
con degli applausi.
—E carta igienica.
Quella con dei fiori.
Tuo marito ti guarda
senza capire, in cantina ne avete molta di più di quella che vi serve.
—Ma tutti quanti
la prendevano.