miércoles, 18 de marzo de 2020

NÉ CARNE NÉ PESCE

Sembra che ci volesse una quarantena perchè io tornassi a scrivere in italiano. Forse sì. Spero farlo più spesso in avanti e non aver di aspettare alla prossima emergenza sanitaria. Ecco una piccola storia scritta prima in catalano, poi in spagnolo e che finalmente ho scritto in italiano e che, grazie all'aiuto della mia professoressa Lidia Moriondo (a chi sono gratissima), potete leggere senza perdere gli occhi nel tentativo.

Se vi piace, potete condividerla.

Foto dal sito www.dieta-personal.blogspot.com
NÉ CARNE NÉ PESCE
Suona la sveglia, le sei e mezza. Sebbene i bimbi non abbiano scuola da parecchie settimane, tu e tuo marito vi alzate alla stessa ora. Ne approfittate per pulire bene le maniglie di porte e finestre e tutto quello che toccate spesso con le mani. Mentre lui finisce, tu fai la doccia. Oggi tocca a te. Esci da casa vestita con tutto quello che è obbligatorio: tuta di protezione biologica, casco integrale con maschera, guanti e scarponi. Prendi il carrello per la spesa e, soprattutto, l’umbrello per difenderti.

            Arrivi all’ingresso del supermercato. Sono le otto meno un quarto e c’è già una dozzina di persone prima di te. Sì, sembra che oggi tu possa farcela a comprare un po’ di carne o di pesce. Pollo, coniglio... se ci fosse, mangeresti anche un cane. È più d’un mese che mangiate la pasta e delle sardine in conserva. Pasta con la passata in tetrapak e le salsicce di Frankfurt che, lo sai, di carne ne hanno niente. E poi sardine, tante sardine. È quello che tuo marito è riuscito ad acquistare all’inizio del confinamento ed è ancora rimasto nella vostra dispensa. I bimbi sono esaspirati. E anche tu.

            Bisogna essere veloci e conoscere bene il supermercato per andare direttamente nella zona dove c’è quello che serve. Un po’ alla volta arriva più gente. Fra i gruppi, la gente mormora che il Governo sta pensando ad organizzare tutto tramite carte di razionamento. Magari sarebbe una soluzione, così ci sarabbe un po’ di tutto per tutti. Alle nove meno un quarto c’è talmente tanta gente in attesa che la situazione esce fuori controllo e non esiste più la coda. Sai quello che succederà. Prevarrà la legge del più forte. Oppure quella del più furbo. Alle nove tutti si innervosiscono. Nessuno apre le porte. Improvvisamente si sente un clic e poi il rumore degli altoparlanti che si connettano:

            —Buongiorno, Vi parla il responsabile del punto vendita. Il camion frigorifero non è arrivato. Ci avvisano dall’azienda di trasporti che, prima di arrivare qui, l’hanno fermato e li hanno rubato tutta la merce.

            Le urla della gente fanno paura. C’è chi comincia a colpire i vetri delle porte con tanta rabbia. Fino a romperli. Un’onda di gente invade l’hall del negozio. Non sai se lasciarti trascinare all’interno. Volevi carne o pesce, tu hai ancora in cantina abbastanza pasta, passata di pomodoro e sardine per entrare e prendere qualsiasi cosa. In quel momento vedi una signora anziana che si apre il passo a bastonate. La riconosci: è la tua vicina, la dolcissima signora Maria.

—Ma dove va, signora Maria? —le chiedi afferrandola per una manica.

—A prendere qualsiasi cosa, cara —risponde liberandosi da te—, per poi venderlo su  Wallafood.

Dopo lo sbigottimento di qualche decimo di secondo, reagisci e anche tu entri nel supermercato. Litighi con la gente, senza scrupoli calpesti, spingi e usi l’ombrello come una frusta. Riesci a prendere poche cose, ma esci contenta. Senza carne né pesce, ma contenta.

Arrivi a casa. Tuo marito ti bacia e ti abbraccia.

—Accidenti, amore, mi ero preoccupato! Sei stata via tanto tempo e pensavo che, magari, ti avessero rubato i soldi o la spesa.

—Lo so, è la guerra! —gli dici sbuffando.

—Mamma —i tuoi figli si avvicinano per il corridoio—, ci hai portato il pollo?

—No, ma guardate, ho comprato del riso —dici tirando fuori dal carrello un pacco.

—Evviva! —festeggiano con degli applausi.

—E carta igienica. Quella con dei fiori.

Tuo marito ti guarda senza capire, in cantina ne avete molta di più di quella che vi serve.

—Ma tutti quanti la prendevano.

No hay comentarios:

Publicar un comentario